Un nuovo modello per valutare il benessere degli animali allevati. E’ quanto hanno messo a punto i ricercatori del Dipartimento di Scienze animali, della nutrizione e degli alimenti (DIANA) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, partner del Progetto “FARM-INN”, sostenuto da Ager. La peculiarità e innovatività del modello, chiamato SDIB (Sistema Diagnostico Integrato Benessere), che sarà testato negli allevamenti è di valutare le criticità per ogni gruppo di bovine presenti in azienda, in modo che l’allevatore possa agire tempestivamente e in maniera diretta individuando le priorità e attuando interventi migliorativi volti ad aumentare sia il benessere animale che le performance produttive.
I risultati ottenuti sono molto importanti in quanto il “Benessere Animale” è un concetto che ha assunto negli ultimi anni un ruolo di primissimo piano e rappresenta una variabile di fondamentale importanza per gli allevatori, i consumatori e la società civile. La definizione di “Benessere Animale” è tuttavia molto complessa e suscettibile di diverse interpretazioni spesso fuorvianti. Molti consumatori, ad esempio, associano questo concetto, in maniera semplicistica, al rispetto di alcune pratiche di allevamento - come il biologico - non considerando il fatto che il benessere è una caratteristica intrinseca degli animali e ha a che fare con la “qualità di vita di un animale così come viene percepita da ogni singolo individuo” (Bracke et al. 1999. Neth. J. Agri. Sci. 47:279-291). Senza dimenticare che il benessere negli allevamenti non è solo un obbligo etico ma una condizione essenziale per migliorare l’efficienza dell’allevamento e di conseguenza migliorare le performance sanitarie, produttive e riproduttive.
In Europa e in Italia le norme che regolano il Benessere Animale si ispirano alle cosiddette “Cinque libertà” che delineano le condizioni ottimali di vita degli animali allevati:
Le cinque libertà sono strettamente interconnesse e rappresentano la misura con cui gli animali rispondono e si adattano, a livello fisiologico e psicologico, all’ambiente circostante (allevamento). Gli indicatori per una valutazione oggettiva del benessere si classificano in parametri rilevabili sugli animali (indicatori diretti) e parametri relativi all’ambiente di allevamento, alla gestione e all’alimentazione (indicatori indiretti).
Il modello SDIB messo a punto dai ricercatori di FARM-INN ha la peculiarità di integrare indicatori di benessere di tipo diretto e indiretto selezionati sulla base dell’accuratezza ed è ripetibile. Permette di ottenere una valutazione obiettiva del benessere della bovina da latte e dell’intero allevamento, attraverso un approccio multidisciplinare e multicriteria. Il modello è supportato dal Software IDEAL (Integrated Diagnostic System for Dairy Cow Walfare) che archivia tutti i dati necessari per la valutazione e calcola il punteggio globale di benessere sia per gruppo che per categoria (vitelli, manzette, manze…), consentendo un’analisi che può essere ripetuta nel tempo e la conseguente valutazione dell’efficacia delle azione correttive messe in atto. Lo scopo del sistema SDIB/IDEAL, che viene applicato anche nel progetto FARM-INN, è quello di offrire uno strumento agli allevatori per avere cognizione dello stato di benessere dell’allevamento, in modo da attuale gli opportuni interventi migliorativi che porteranno benefici agli animali, all’azienda e ai consumatori.
La ß-caseina è la più importante proteina del latte, dove è presente con le varianti A1 e A2. In un precedente articolo abbiamo spiegato perché il progetto FARM-INN sta studiando gli effetti delle varianti sulle proprietà del latte e sui prodotti lattiero caseari. Uno studio che prevede la somministrazione di diverse diete a tre gruppi di bovini destinati alla produzione di Grana Padano.
Una ricerca che testa nuovi additivi alimentari nelle diete delle vacche da latte per ridurre la presenza dei clostridi, causa del gonfiore tardivo nei formaggi a pasta dura e semidura
Uno dei principali obbiettivi del progetto FARM-INN riguarda il controllo delle spore del genere Clostridium, che racchiude sia specie patogene, come Clostridium perfringens e Clostridium difficile, sia specie responsabili della problematica del “gonfiore tardivo” nei formaggi a pasta dura e semi-dura (tra i quali Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Montasio e Provolone). Le principali specie responsabili dell’insorgenza di difetti nei formaggi sono Clostridium tyrobutyricum, C. beijerinckii, C. butyricum e C. sporogenes.
Piena soddisfazione per gli oltre centocinquanta partecipanti ai due eventi organizzati da Canestrum Casei per far conoscere i risultati delle ricerche e per promuovere e apprezzare la qualità dei formaggi della "Selezione Ager"
Sfamati di conoscenza e con formaggi di alta qualità. Questo il risultato delle due iniziative che i ricercatori del progetto Canestrum Casei hanno organizzato per fare conoscere i risultati delle ricerche sui quindici formaggi del Sud Italia della “Selezione Ager”.
La Risonanza Magnetica Nucleare (NMR) è una tecnica spettroscopica con un vastissimo campo di applicazioni in diverse discipline come la chimica, la biologia, la medicina, la fisica, la geologia e risulta anche particolarmente adatta nello studio della qualità e della genuinità dei prodotti alimentari. Per questo è adottata dai ricercatori del progetto FARM-INN per analizzare campioni in soluzione, in particolare estratti lipidici e metaboliti solubili in acqua, ottenuti da campioni di latte e formaggio.
Un modello di ricerca che mette in rete Università, Scuola e Imprese del settore lattiero-caseario che producono in qualità. Questa la presentazione riservata a CANESTRUM CASEI in occasione del Convegno “Imprese, Studenti e Territorio. Insieme!” che si è tenuto lo scorso 13 dicembre presso il DISAAF (Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali) dell’Università degli Studi di Palermo.